Quali metodi sono necessari per individuare le informazioni rilevanti nella massa di dati disponibili nell’ambito del processo di progettazione? Come possono essere visualizzati questi dati per farne successivamente derivare decisioni significative per la progettazione? Della ricerca sperimentale su questo argomento ci occupiamo nel modulo MAS LA: «Programming Landscapes».
Mentre le rappresentazioni statistiche classiche hanno il compito principale di comunicare delle idee complesse in modo chiaro, preciso ed efficiente, attualmente ci troviamo in una fase con possibilità quasi illimitate di accesso a dati che possono essere considerati rilevanti ai fini della progettazione. Attraverso il semplice accesso tecnico per mezzo, ad esempio, di quadricotteri (velivoli teleguidati) abbinati a sensori, è possibile rilevare i dati più disparati, in grado di fornire informazioni in tempo reale sulle condizioni specifiche di un luogo.
Dati che, soprattutto nell’architettura del paesaggio, integrando le classiche informazioni GIS generano «datascapes» utilizzabili come strumenti di progettazione a diversi livelli. Le esperienze fatte con i nostri studenti mostrano però che spesso i set di dati non vengono compresi appieno e che quindi la progettazione viene influenzata da parametri errati. I progetti diventano presto infinitamente complessi e sfuggono al controllo.
Da tre anni, nell’ambito del programma MAS LA, ci dedichiamo allo studio di campi d’impiego che sondano la libertà d’azione della programmazione in relazione alla rappresentazione di dati reali (dati dei sensori) come strumento per la progettazione. Le esperienze raccolte finora si basano sull’utilizzo di Processing, un linguaggio di programmazione open source con un output visivo diretto. L’obiettivo principale del corso è quello di acquisire un approccio creativo ai contesti complessi. Alla base vi è la comprensione elementare dei dati, a cui fa seguito la ricerca di nuove strategie che vengono tradotte in immagini per farne derivare decisioni rilevanti per la progettazione.
Se si osservano i pacchetti software comunemente utilizzati per la visualizzazione dei dati ci si accorge che spesso viene dimenticato il processo della riflessione. La rappresentazione visiva, che si tratti di un modello o di un disegno, è spesso molto simile a un dato spaziale o a una soluzione progettuale e corre il rischio di essere confusa con essi. La nostra esperienza mostra che, nell’architettura del paesaggio, la «visualizzazione di big data», oltre alla comprensione dei dati richiede una certa comprensione basilare della programmazione, per essere in grado di controllare l’utilizzo dei dati in maniera autonoma. Il rapido progresso tecnico attuale permette un utilizzo quasi sconfinato di set di dati di qualsiasi complessità, rilevati direttamente o provenienti da fonti open source. Ciò richiede a sua volta agli istituti superiori un aggiornamento metodico e didattico degli strumenti di progettazione.