La prassi odierna dell’assegnazione delle zone edificabili si è rivelata non sostenibile. A essere criticati, oltre allo sprawl urbano, sono il sovradimensionamento delle riserve di zone edificabili e l’inadeguatezza della loro posizione, nonché la discrepanza tra domanda e offerta. Il suolo scarseggia e le intenzioni di utilizzo sono molto varie e talvolta contrastanti. Le pianificatrici e i pianificatori territoriali hanno bisogno di nuovi strumenti per dare attuazione pratica ai progetti politici a livello cantonale e nazionale.
PALM è un nuovo strumento di analisi intercomunale del potenziale del suolo inteso come risorsa ai fini della pianificazione sostenibile del territorio. Questo modello analitico mostra la distribuzione e il dimensionamento ottimali delle riserve di zone edificabili già esistenti, tenendo conto dei servizi ecologici, economici e sociali espletati dal suolo. All’interno di queste nuove condizioni quadro, il modello PALM consente di analizzare i possibili sviluppi degli insediamenti e di ottimizzarli con un processo iterativo, grazie all’integrazione e ponderazione degli interessi di vari attori.
Il modello PALM permette di valutare in maniera trasparente e con criteri chiaramente definiti l’idoneità edilizia delle zone edificabili. I criteri sono rappresentati, da un lato, da fattori legati alla posizione, come la vicinanza al centro, il panorama o i costi di costruzione a seconda del tipo di terreno. Dall’altro vengono invece considerati i servizi svolti dalla natura (i cosiddetti servizi ecosistemici) come, ad esempio, la formazione di nuove falde acquifere, la produzione di alimenti o la vicinanza di zone ricreative. Le aree che offrono servizi ecosistemici particolarmente consistenti non sono adatte a essere edificate. In questo modo è possibile mantenere la qualità del paesaggio, il nostro spazio vitale, e salvaguardare i servizi di ecosistemi intatti a beneficio delle generazioni future.